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Agli studenti e alle scuole
Potrebbe sfuggirci ma la parola “privacy”, nella sua sintesi forse eccessiva, racchiude in sé un importante diritto riconosciuto ad ogni individuo: quello di vedere tutelata la sua riservatezza e i suoi dati personali. I dati personali rappresentano un vero e proprio “valore”. Sono le informazioni che ci identificano: nome, cognome, i tratti del viso, la voce. Ma anche quelle che ci “descrivono”, ci rappresentano: i nostri gusti, le nostre preferenze, le nostre scelte, la nostra appartenenza ad un gruppo, la nostra salute. Per questo dobbiamo imparare a proteggere i nostri dati e quelli degli altri, siano essi nostri amici oppure degli sconosciuti. È fondamentale farlo, soprattutto oggi nel mondo ipertecnologizzato in cui viviamo.
Internet, cellulari sempre più evoluti, smart card offrono smisurate opportunità di essere sempre in contatto, di comunicare con chiunque nel mondo e di semplificare la nostra vita. Ma quello che corre nelle fibre ottiche o viaggia nell’etere sono innanzitutto dati e, in massima parte, dati personali. E questi possono essere catturati da chi potrebbe usarli, anche a distanza di anni, per scopi diversi da quelli per i quali noi li abbiamo ceduti, comunicati o messi in rete e magari danneggiarci. Dobbiamo sapere che possiamo essere noi stessi a provocare danni quando, senza pensarci troppo, diffondiamo informazioni che possono ledere la riservatezza e la dignità, nostra e degli altri.
Per usare i nuovi strumenti a disposizione dobbiamo conoscerne potenzialità e rischi. Ed è proprio per sviluppare un uso consapevole delle nuove tecnologie che il Garante per la protezione dei dati personali ha voluto che fossero i ragazzi a realizzare, attraverso i loro video, una campagna di informazione per sensibilizzare la nostra società sulla protezione dei dati personali.
Il compito di un’istituzione come il Garante non è solo infatti quello di far rispettare le regole che sono alla base di un corretto uso dei dati, di tutelare e di aiutarci a tutelare la nostra riservatezza, ma anche quello di far crescere nella nostra società un’autentica cultura del rispetto.
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